POMPEI: L'ITINERARIO CONSIGLIATO PER ANDARE ALLA SCOPERTA DELL'ANTICA CITTÀ

Varcare l’ingresso degli scavi di Pompei immette in un tempo lontano e in uno spazio cristallizzato nell’attimo in cui la drammatica eruzione del Vesuvio seppellì la città campana nel 79 dopo Cristo. Incamminarsi lungo le strade dell’antica città di Pompei immerge in un'esperienza che avvolge ogni visitatore, imprimendo l’immagine di un luogo incantato che, pur avendo subito un drammatico destino, ha restituito il suo stupendo quotidiano. 
Quali domus, vici ed edifici pubblici offrono questa possibilità? Scoprilo, leggendo questa breve guida!


di Riccardo Troiano

Pompei fu ridestata dal suo sonno secolare solo nel 1748 e negli anni successivi eminenti direttori archeologici, come Amedeo Maiuri, definirono la sua originaria fisionomia. Emersero dunque abitazioni, botteghe, edifici di culto e di socialità, sospesi nel giorno in cui il vulcano Vesuvio interruppe bruscamente le attività e i progetti degli abitanti della città. Inoltre, nella seconda metà dell’Ottocento lo studioso Giuseppe Fiorelli suddivise Pompei in regiones e insulae, permettendo di collocare in modo preciso i singoli luoghi.

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Il tempio di Apollo

A spasso nel passato

L’itinerario consigliato suggerisce un percorso che inizia dall’ingresso Anfiteatro e prosegue alla visita degli ambienti attualmente accessibili, come indicato a questo link

REGIO II
Anfiteatro. Risalente alla fine del I secolo a.C., solo pochi anni prima dell’eruzione del Vesuvio, nel 57 d.C., l’arena fu teatro di una violenta rissa tra Pompeiani e Nocerini in occasione di uno spettacolo gladiatorio, riportata anche dallo storico latino Tacito.
Inoltre, all’interno della Palestra Grande, fino al 31 gennaio 2026, è possibile ammirare la mostra “Essere donna nell’antica Pompei”, che scandisce la vita quotidiana della figura femminile senza alcuna distinzione sociale. Clicca qui per maggiori informazioni.
Domus della Venere in Conchiglia. Superati i vari ambienti domestici, affiora lo splendido peristilio di questa abitazione che sullo sfondo ritrae la splendida dea Venere, adagiata all’interno di una conchiglia. Questo angolo offre uno squarcio di serenità e quiete, distante dalla frenesia dell’antistante Via dell’Abbondanza.
Dopo la visita della Domus di Octavius Quartio, vicina alla Casa della Venere, è possibile proseguire lungo Via di Castricio e raggiungere la Domus del Menandro.

REGIO I
Domus del Menandro. Una delle più maestose dimore di Pompei, probabilmente di proprietà di una famiglia imparentata con Poppea, la moglie dell’imperatore Nerone. Un sontuoso ingresso accoglie i visitatori, immettendo nel giardino domestico, dove è raffigurato il commediografo Menandro, da cui prende il nome la domus.  
Domus dei Ceii. Le iscrizioni elettorali sulla facciata di ingresso indicano che questa elegante dimora apparteneva a Lucius Ceius Secundus, che solo l’anno prima dell’eruzione aveva concorso per la più ambita carica politica della città. L’abitazione conserva un affascinante affresco su una parete del giardino domestico, raffigurante una scena di caccia che coinvolge diversi animali selvatici. Sulle pareti laterali, invece, sono raffigurati paesaggi nilotici, che individuano un probabile legame della famiglia con il mondo egizio e il suo culto religioso, sempre più diffuso nell’Impero Romano a partire dal I secolo dopo Cristo. 

REGIO VIII
Teatro grande
. Risalente alla metà del II secolo a.C., ospitava gli spettacoli teatrali della città, divenendo fulcro di intrattenimento e socialità.
Foro triangolare. Antico luogo sacro della città: ospita i templi dedicati alla dea Atena e all’eroe Ercole.

REGIO VII
Lupanare
. Un ambiente angusto in cui le prostitute esercitavano la propria professione. Attrae numerosi visitatori, incuriositi e ammaliati dai quadretti erotici dipinti sulle pareti.
Foro. Cuore pulsante dell’intera città vesuviana, dove religione, amministrazione politica e giudiziaria e le attività commerciali erano fuse in un unico spazio. Passeggiare in questa ampia piazza permette di sentirsi parte della stessa frenesia che secoli fa animava questo luogo.
Terme del Foro. Lussuose stanze, disposte una dietro l’altra, caratterizzavano questo luogo di convivialità, nel quale uomini e donne erano separati, in base alle norme igieniche vigenti.  

REGIO VI
Villa dei Misteri. Oltre le mura della città sorge una delle residenze più incantevoli, che prende il nome dal suo ambiente principale, il triclinio. Questa stanza, infatti, presenta meravigliose pareti affrescate, che probabilmente raffigurano il rito di iniziazione al culto misterico di Dioniso. È da precisare che il termine misterico descrive il ristretto numero di adepti che aderivano a una simile ritualità sacra. 
Casa del fauno. Una delle case più ampie e lussuose della città, è così denominata per la presenza di una statua in bronzo del satiro danzante nell’atrio principale. Una delle stanze lungo gli ambienti di ingresso ospita l’affascinante mosaico raffigurante la battaglia di Isso del 333 avanti Cristo (l’originale è conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli). Protagonista principale il condottiero macedone, Alessandro Magno, mentre insegue il sovrano persiano, Dario, in fuga dallo scontro, quasi come se fuoriuscisse dalla rappresentazione stessa.
Casa dei Vettii. Una delle dimore più affascinanti di Pompei in cui risiedevano i fratelli Vettii, ex schiavi, che avevano accumulato una notevole ricchezza grazie al commercio. Mostrarono lo sfarzo e il lusso acquisito, decorando ogni ambiente della loro residenza in modo sgargiante. 

REGIO V
Casa delle Nozze d’Argento. Questa dimora prende il nome dalla celebrazione del venticinquesimo anniversario delle nozze tra i reali Umberto I e Margherita I di Savoia nel 1893. L’imponente ingresso indica l’elevato livello sociale della famiglia residente, scandito ulteriormente dagli accesi colori che abbelliscono le varie stanze.

REGIO IX 
Insula dei casti amanti. Lungo Via dell’Abbondanza si sviluppa questo quartiere che comprende un panificio, una locanda e un’abitazione. In ogni edificio erano presenti delle ristrutturazioni in seguito al violento terremoto che già nel 62/63 d.C. aveva provocato ingenti danni alla città. L’insula assume il nome da uno dei quadretti affrescati, raffigurante un gioviale banchetto in cui due amanti si scambiano un casto bacio. 

 

Un singolo passo permette dunque di annullare la propria quotidianità e scoprire un passato che ancora desta stupore e meraviglia e che ci restituisce uno scorcio di un’antica realtà che tuttora plasma il nostro presente.

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